Titolo opera: Senza Titolo

Codice: 0120A

Artista: Tullio Vietri 1927 - Oderzo / 2016 Bologna.

Anno opera:1968

Nazione:Italia

Supporto:carta

Tecnica pittorica: Acrilico

Dimensioni: 73x51 cm.

Descrizione: dipinto con acrilico in bianco e nero firmato dall’autore.

 

Stile: Tullio Vietri si inserisce nella "linea espressionista" dell'arte del '900, in seguito da un solido "realismo"  passa ad un tendenziale "astrattismo".

Corrente artistica: Contemporanea

 

Biografia:

Artista-intellettuale, con la sua pittura Vietri ha documentato la storia italiana e occidentale dal 1960 al 2016 oggi, rappresentandone le dinamiche e i fattori di trasformazione sociale, economica e politica. sconfitte nella ricostruzione e nel boom economico, dalla guerra fredda e alla comunicazione di massa e villaggio globale. Pur partecipando ad importanti rassegne nazionali e internazionali, dalla fine degli anni '60 Vietri si è escluso da un mondo artistico sempre più condizionato da esigenze mercantili e privo di autentiche finalità culturali. La ricerca pittorica però non si è mai interrotta, rimanendo confinata nel suo studio di Bologna. Così la sua figurazione è divenuta più drammatica, con colori ottenebrati, forme sfocate, segni infranti, passando da un solido "realismo" ad un tendenziale "astrattismo Così la sua figurazione è divenuta più drammatica, con colori ottenebrati, forme sfocate, segni infranti, passando da un solido "realismo" ad un tendenziale "astrattismo.

Tullio Vietri nasce nel 1927 a Oderzo. Risiede dal 1930 a Parma, fino al 1938 a Borgonovo (Piacenza), quindi a Bologna. Compiuti studi classici, assecondando interessi artistici, frequenta l'Accademia di Belle Arti (e al contempo l'Universita') di Bologna. Guadagnando precisa identita' pittorica e intellettuale, partecipa tra il 1948 e il 1968 alla IX Quadriennale di Roma; a "Pittura Italiana", Los Angeles ('60); a "Disegno Italiano", Berlino ('61); a "Pittura Italiana dal Futurismo a Oggi", Parigi Museo d'Arte Moderna ('66). Dal 1969 si astiene dalle mostre tradizionali nazionali, presenziando solo a iniziative espositive che abbiano esclusivo fine culturale e non mercantile. Protagonista della vita intellettuale bolognese, Tullio Vietri ha pubblicato su "L'Unita''", "L'Avvenire" sul tema sul tema arte - cultura - società, teorizzando la necessita' dell'impegno civile, morale e politico per l'affermazione della liberta' della cultura e dell'arte. Nel 1988 fonda la rivista "Critica radicale", che tuttora dirige. Fortunato Bellonzi, in merito alla sua arte scrive:


"... l'oggettivismo di Tullio Vietri, che nella sua pittura, ristretta all'essenzialita' del bianco e nero, tiene di conto gli effetti visivi delle tecniche delle cosiddette comunicazioni di massa, quali la fotografia, il cinematografo, la televisione, il manifesto pubblicitario, avvalendosi per denunciare drammaticamente la nostra condizione umana di mezzi analoghi a quelli della civiltà dei consumi, è nella linea storica del realismo moderno. [...] La pittura di Vietri è un documento della società contemporanea di cui sono rilevate con umore funereo l'alienazione e l'incomunicabilita'.” (R.Costella). Ha esordito come pittore negli anni Quaranta, raggiungendo fama nazionale negli anni ‘60 e ‘70. Presentato alla prima personale da Aligi Sassù, è stato in rapporti con Giorgio Morandi e ha partecipato a collettive insieme a De Chirico e Carrà, Mirko Basaldella e Corrado Cagli, a Giuseppe Zigaina e Carlo Levi.

 

E’ artista e intellettuale impegnato nel proprio tempo: la sua pittura documenta l'ultimo mezzo secolo di storia italiana e occidentale interpretandone le dinamiche e i fattori di trasformazione sociale, economica e politica. Egli ha dato forma alle speranze e denunciato le delusioni, sottolineato le conquiste ed evidenziato le sconfitte nella stagione della ricostruzione e del boom economico, della guerra fredda e dell'industria avanzata, della comunicazione di massa e del villaggio globale. Vietri è "pittore civile" che fonde ricerca artistica e impegno etico, che crede all'uomo e ai suoi valori spirituali, alla libertà degli individui e alla giustizia sociale.
Bolognese per adozione e formazione, ha esordito come pittore già negli anni '40, divenendo protagonista di fama nazionale nei decenni '60 e '70. Il suo linguaggio, pur memore delle tendenze astratte del '900 (soprattutto Mondrian), si è primariamente ispirato a maestri figurativi come Giotto e Masaccio, Michelangelo e Caravaggio, Velazquez e Goya, Munch e Picasso, De Chirico e Morandi, Sironi e Bacon. Vietri si è impegnato a realizzare una "cronaca" per immagini della storia sociale del suo tempo, configurandola attraverso emblematici volti e persone, città e piazze, strade e territorio.
Pur partecipando ad importanti rassegne espositive a Parigi, Berlino e Los Angeles, dagli anni '80 si è volontariamente escluso da un mondo artistico sempre più condizionato da esigenze mercantili e privo di autentiche finalità culturali. La ricerca pittorica però non si è mai interrotta pur rimanendo confinata nel suo studio: con immutati intenti etico-estetici, ha elaborato immagini sempre più essenziali e sintetiche, dure ed estreme, lavorando alacremente per assecondare un'esigenza artistica e per compiere un dovere testimoniale.
Nel tempo la sua figurazione è divenuta più drammatica, con colori ottenebrati, forme sfocate, segni infranti, passando da un solido "realismo" ad un tendenziale "astrattismo": la deliberata alterazione, fin quasi alla perdita della organicità, ha reso evidente la regressione e la devastazione sempre più incombenti su società e ambiente. Così l'ultima produzione evidenzia una forma sempre più frammentata, una leggibilità sempre più problematica, per esprimere la crisi del mondo occidentale. Il suo è un lavoro che, ponendo l'"uomo" a tema centrale, rileva la perdita di prospettiva sociale, civile ed estetica; soprattutto rende manifesta la degradazione dei rapporti tra persona e collettività, lo squilibrio tra umanità e natura, denunciando una conflittualità oggi sempre più violenta, frequente e planetaria.
Vietri si inserisce nella "linea espressionista" dell'arte del '900, evidenziando i pericoli incombenti sulla società consumistica che, senza più memoria intellettuale, identità culturale e valori spirituali, rischia di precludersi il futuro: così l'ultima produzione pittorica assurge a lamentazione civile, a invocazione morale per garantire la sopravvivenza della natura, per salvaguardare l'umanità, per tutelare i diritti fondamentali di ogni individuo.

Muore nell’aprile del 2016 a Bologna.

 

Ha partecipato per invito a 165 mostre nazionali, tra le quali ricordiamo:


“PREMIO TERNI”, 1951 - 1954 - 1956;

PITTURA ITALIANA” - Los Angeles (U.S.A.), 1960-61 ;

DISEGNO ITALIANO” - Bucarest, 1961;

PREMIO MODIGLIANI” - Livorno, 1958 - 1960 - 1961;

PREMIO DEL FIORINO” - Firenze, 1960 - 1961 - 1966;
“PREMIO SUZZARA”, 1960 - 1961 - 1963 - 1964 - 1965;

PER LA LIBERTA' DELLA SPAGNA - Roma; 1962;

L'ARTE ITALIANA CONTRO LA MAFIA” - Palermo, 1964;
“MOSTRA NAZI0NALE PREMIO MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE” - Roma, 1964;

ARTE ITALIANA - Zagabria (Iugoslavia), 1965;
“OMAGGIO A DANTE: LA DIVINA COMMEDIA ILLUSTRATA DA 50 ARTISTI CONTEMPORANEI” -Roma, 1965;

IX QUADR LENNALE D'ARTE” - Roma, 1965-66;”

DISEGNO POLITICO” - Reggio Emilia, 1964 - 1965;

CITTA' DEL TRICOLORE” - Reggio Emilia;
“LA CHIESA E LA PACE SECONDO LO SPIRITO DEL CONCILIO VATICANO II° - Viterbo, 1967.

 

Ha tenuto mostre personali a Bologna, Roma, Milano, Verona, Brescia, Genova e La Spezia

 ed ha partecipato a mostre di gruppo a Firenze e Modena.

 Ha ottenuto 27 premi nazionali fra i quali:
1° premio ex aequo “L'arte italiana contro la mafia, 1964;

20 premio “Mostra Nazionale La Parete”, - Mi1ano, 1964;

 Premio per la pittura “Mostra Nazionale Premio Ministero Pubblica Istruzione, 1964;     Medaglia d'oro “Soc. Dante A|igh leri”, Mostra “Omaggio a Dante”, 1965;

 

 

NOTE BIBLIOGRAFICHE:

RENZO BIASION :” Testimonianza”.

Personale a La Spezia, febbraio 1968.

STEFANO BOTTARI: “Tullio Vietri”, Presentazione della personale - Milano, novembre 1962.

ALBERTO BUSIGNANI :” Tullio Vietri” - Presentazione nel catologo della Mostra Nazionale del Fiorino, 1960.

GIOVANN] CELATI : “Arti figurative” - “Tullio Vietri” su “Impegno Presente”, Bologna 1961.

GERMAIN DEZEAUX: “Vietri - La revue moderne” - Parigi 1963.

ATTILIO MAZZA: “Tullio Vietri è un interprete della vita”, Presentazione mostra personale a Brescia, 1965.

SERGIO PAGIARO:”Poeticità nel realismo di Tullio Vietri“.

GIANCARLO PANDINI:” Tullio Vietri”- Una poetica moderna”.

ADOLFO PETIZIOL: introduzione “Le prostitute” (in corso di stampa).

ALIGI SASSU : “Tullio Vietri” - presentazione mostra personale, Bolgna, 196I.

ISTVAN SOLIMAR : Un pittore Italiano” - “Muveszet“ - Budapest, 1966.

FUlVIO VILLARl REGGIAN|:”Tullio Vietri” - presentazione mostra personale a Genova, 1967.

TULLIO V LETRl : “Arte astratta e arte realistica, La Squilla - Bologna, 1958.

TULLIO Vietri:”Censura e spettacolo in Italia” - intervento nell'inch lesta omonima - “II Ponte”, Firenze, 1961.

TULLIO Vietri:”Arte contemporanea in Emilia Romagna” - presentazione dello mostra omonima, Bologna 1966.

TULLIO Vietri:”Arte contemporanea in Emilia Romagna” - presentazione dello mostra omonima, Bologna 1967.

TULLIO Vietri: Presentazione della Mostra Nazionale, ”Luca Paciolo, Parma 1967.

TULLIO Vietri : :”Arte contemporanea in Emilia Romagna” - presentazione dello mostra omonima, Bologna 1968.

DIZIONARI .  ANTOLOGIE .  PUBBUCAZIONI VAR LE:

 “Cinque grafici bolognesi - Bologna 1960.

 “”Partigiani e Garibaldini” - Bologna 1960.

Sguardi sull'ultimo secolo - Bologna 1961.

 “Annuario degli artisti” - Roma 1961.

 “Cento pittori bolognesi” - Bologna 1961.

 “Il merito” - Milano 1962.

 “Arte italliana contemporanea” - Arezzo 1963.

 “Catalogo Bolaffi della pittura” - Milano 1963 e seguenti.

A. M. COMANDUCCI : “Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei”, Milano 1963.

 “Antologia della mafia, Palermo 1964.

 “Pittura italiana”, Milano 1964.

 Il merito, - Milano 1964.

Arte italiana contemporanea “ - Lecce 1965.

 “Codice di Pittura e Poesia” - Milano 1965.

 “La Commedia di Dante illustrata da 50 pittori italiani” - Pubblicazione ufficiale in occasione delle celebrazioni dantesche – Editore Martello, Milano 1965.

 “Annuario della pittura italiana > - Milano 1965.

 “Omaggio dell'arte italiana al dolore innocente, - Milano 1966.

 “Sintesi di arte contemporanea italiana 1966” - Lecce.

 “Arte contemporanea italiana” - Milano 1966.

 “Pittura e Pittori d'oggi - Milano 1967.

 “Gente nostra” · Torino 1968.

 

Monografia:
Tullio Vietri : 
Cronache italiane dal 1948 al 1993 stampa 1994 (Bologna : Futura press)

 

Sull'opera di Vietri hanno scritto brevi Saggi e note su giornali e riviste:

Marcello Azzolini, Giuse Benignetti, Luciano Bertacchini, Renzo Biasion, Enzo Bontempi, Luciano Budigna, Dino Buzzati, Nino Caia, Virginia Cappelletti, Domenico Cara, Gianni Celati, Emilio Contini, Duilio Courir, Corrado Corazza, Giovanni Corr leri, Giuseppe D'Agata, Mario De Micheli, Germain Dezeaux, Enzo Esposito, Giovanni Fallani, Renzo Federici, Vinicio Gaviantoni, Giamp lero Giani, Si|vano Giannelli, Luigi Lambertini, Mario Lepore, Valerio Mariani, Giorgio Mascherpa, Enotrio Mastrolonardo, Dario Micacchi, Mario Monteverdi, Carlo Munari, Aur lelio Natali, Giancarlo Pandini, Francois Perche, Claudia Refice, Reva Remy, Albano Rossi, Carlo Segala, Franco Solmi, Lucia Toesca, Renata Usiglio, Quinto Veneri, Valeria Vicari, Fulvio Villari Reggiani, Michele Zampetti.

Sue opere sono esposte in collezioni private, in musei e gallerie in Italia e all'estero.

 

Critica Stelio Rescio.

In un'epoca nella quale, come nella nostra. cosi febbrili sono le oscillazioni del gusto e in cui contro la certezza delle nostre definizioni urta la ”crisi di credibilità” di tutti gli schemi interpretativi, Tullio Vietri si distingue per la scelta di tener fede ad una sua salda ragione d'artista che rivendica una presenza critica nel mondo; rivolta, questa presenza a stimolare negli altri la presa di cosc lenza della durezza e conflittualità in cui si esprime il rapporto individuo-soc letà.                            .,

Va da se che su questa linea ci si sch lera per un'arte leggibile, che sulla realtà vuol riferire esplicitamente, rinunciando alle mediazioni dell'allusività della r lelaborazione fantastica o surreale dell'esper lenza. Siamo, come si vede, nel solco della tendenza realista, sul quale oggi si può forse tentare un discorso meno ovvio e scontato di quanto poteva apparire qualche anno fa.

Soprattutto se si osserva che, perduta ogni venatura deformante di equivoca affettività l'istanza realista sta riacquistando un suo spazio, in un contesto plurilinguistico delle arti figurative nel quale si è disposti a prendere in considerazione le ragioni che ognuna delle fondamentali tendenze espressive del nostro tempo può rivendicare, negando con ciò la stessa ipotesi che una qualsiasi di esse possa pretendere il predominio.

Beninteso, a condizione che il prel levo di immagini dal mondo degli oggetti e della stessa indiscutibilità della figura umana, avvenga in modo omogeneo alla generale esper lenza estetica e culturale, a quella ricerca e imp lego di nuovi mezzi della stessa espressione che soprattutto nella comunicazione visiva sono stati acquisiti. L'invito a considerare come lo stesso accumularsi in eccesso di una produzione artistica che ha tematizzato la dissoluzione delle forme del reale, finisce con il provocare una reazione che riaccredita l'istanza realista, rimasta a lungo compressa. Basti pensare a come, con I'esplosione della pop-art, l'esper lenza informale sia stata travolta dall'onda emergente della materialità aggressiva degli oggetti della “civiltà dei consumi”.

Ma si danno altre alternative, quale ad es: l'assunzione delle tecniche della comunicazioni di massa (il manifesto, il cinema, la fotografia) ed in questo caso la “provocazione” che esse esercitano verso una resa più immediata e pregnante della realtà agisce nel senso di sollecitare a rifletterla sul filo di una razionalità della comunicazione-informazione che assume il modo documentario sotto il segno dell'intenzionalità espressiva.

  Direi che - in questa sede che si situa l'opera di Vietri, nella quale è avvertibile, intanto, una vigile attenzione per le esper lenze di queste ultime stagioni dell'evoluzione artistica. Si veda come ha p legato a funzione della propria sintassi espressiva la stessa lezione dell'informale, per l'evocazione di uno spazio corroso, di uno sfondo in disfacimento, dal quale però ad emergere, ricevendone una connotazione esistenziale, - la figura umana.

  La successiva evoluzione si spiega con I'esigenza di rendere più rigoroso

 e penetrante il proprio discorso, nel quale la critica alla soc letà “passa attraverso la documentazione analitica e fedele (fino allo scrupolo dell'inventario di oggetti, tipi, situazioni) tralasciando come fuorviante ogni richiamo ad attardarsi tra le compiacenze dell'intrattenimento formaiistico per affidarsi ad altri momenti dell'espressione: la sobr letà, l'immediatezza, l'essenzialità.

 L'immagine insomma, vive della sua perentoria, scarna presenza. Ecco perchè

 Vietri finisce con il sostituire al cromatismo il contrasto bianco·nero  (che mima la fredda esattezza del documento), mentre il segno si fa più marcato e incisivo, il ritmo con cui costruisce  le immagini serrato, dando a quella sua “galleria di personaggi della strada” un significato che, al di la del loro proporsi come tipologia umana della nostra epoca, li definisce quali  “portatori” di quella condizione conflittuale, che si indicava all'inizio come la ragione stessa del suo dipingere. Colta di preferenza, questa condizione nel luogo privilegiato della struttura ambientale di oggi: La città e additata dalla carica espressiva che anima i volti, rivelatrice di una tensione che riconosciamo come normale, abituale, nell'esperienza di frizione con il mondo, con la società che tutti condividiamo.

 L'individuo - spogliato della sua personalità, diviene entità anonima, cosa, si confonde con gli altri negli eventi e nelle situazioni collettive, che Vietri riprende in scene che ricordano (per il taglio, ma anche per la rigorosa fedeltà di riproduzione riproduzione) il manifesto e lafotografia. Gli individui appaiono come un obbiettivo può coglierli, frammenti di quel corpo unico che è una massa in movimento. A volte si tratta di un episodio di intervento sulla realtà che, l’uomo, perduta la possibilità di attuare come facoltà e motivazione soggettiva,  può proporsi soltanto in termini di partecipazione collettiva all’ azione.

Cronaca del nostro tempo,” registrazione di eventi”, dunque! Ma con precisazione, che mi sembra decisiva: che qui gli uomini, pur nella loro anonimità di esseri senza volto e nella loro scarna delineazione, sono “carichi di una consistenza e di un peso”, esprimono una presenza cosi incisiva che li pone come protagonisti di situazioni che toccano un'alta drammaticità.

A cura di Stelio Rescio

 

 

 

A cura di Stelio Rescio

 


Titolo opera: Senza Titolo

Codice: 0120

Artista: Tullio Vietri 1927 - Oderzo (TV) / 2016 Bologna.

Anno opera:1967

Nazione:Italia

Supporto:carta

Tecnica pittorica: Acrilico

Dimensioni: 66x48 cm.

Descrizione: dipinto con acrilico in bianco e nero firmato