Titolo opera: “Messaggio Terra

Codice: 011

Artista: Barrile Paolo,  Milano (1925)

Anno opera: 1977 (in mostra al Brandale il 11/11/1978)

Nazione: Italia

Supporto: carta

Tecnica: mista

Dimensioni: 60x80 (63x83 con cornice e vetro)

Stile: Lettrismo, performativo-extraoggettuale

Corrente artistica: informale

Stato conservazione: buono

Ubicazione opera originale: Parma sc6B

Descrizione: artista ambientalista comportamentale ,firmato dall’autore sul retro e sul fronte

Didascalia: fa parte del gruppo “L’Officina della parola”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Biografia:

Paolo Barrile (Milano 1925) artista ambientalista comportamentale. Nel 1947 interrompe gli studi di Architettura al terzo anno per seguire la vocazione del Cinema. Lavora come stagiaire dapprima con lo scenografo Watckewitch, poi con Cocteau, con Billon e Cayatte. Lascia Milano con la seconda ondata dei “giovani leoni” milanesi (Teo Usuelli, Riccardo Ghione, Marco Ferreri), lavora nel Cinema a Roma e a Venezia con Jacopo Comin. Scrive articoli e interviste per il settimanale “Film” di Mino Doletti. Scrive e dirige con Nerino Bianchi il cortometraggio "Indiani alla Bovisa" (1948), dirige la produzione del documentario "San Francesco del Deserto" per la regia di Jacopo Comin e Aldo Rossi (1948), scrive produce e dirige il documentario "La scultura romanica in Italia" (1949). Disgustato dall’ambiente rientra a Milano; riprende gli studi di Ingegneria che poi compirà. Nel 1952 si avvicina alla Pittura che diverrà, ben presto per lui, pittura materica. Periodi pittorici: 1957-1960 - "Case d'Abruzzo" (quadri a olio con cariche incorporate); 1960 - periodo delle superfici; 1960-1969 - periodo dei "quadretti" (l'uomo è un'isola) pastelli, acrilici e materici; 1971-1973 - periodo "rosso" (polimaterico, le memorie del tempo); 1974 - periodo "bianco" (masse bituminose, reperti, affioramenti, torsi, figure); 1974 - periodo delle "architetture" (polimaterico con sabbie e terre, verderame); 1975-1976 - periodo delle "superfici graffite"; 1976/1993 "Le storie"; 1989-1995 periodo "Afgoi"; 1993-2005 periodo delle "scritture e dei graffiti"; 1999-2005 periodo Sanesi (manoscritti); 2004 periodo Iraq 03-04. Nel 1969 inizia l’azione Messaggio Terra di cui, nel 1975, enuncia il manifesto. Espone dal 1957. Circa duecento esposizioni collettive e di gruppo. Vive e lavora a Milano.

 

Paolo Barrile, ALCUNI EPISODI DELLA MIA VITA DI ARTISTA

 

- Nel 1983-85 quando giravo l’Italia in macchina per la vendita dei miei “armadietti” (così chiamavo in gergo i miei espositori di terre con certificato di autenticità) ero solito tenere il denaro (grosse somme o assegni) nelle calze. Partendo raccomandavo sempre a mia moglie, se in caso di incidente d’auto fossi finito all’ospedale, di rivolgere alle infermiere, come prima cosa, questa domanda: «Dove sono i soldi che mio marito aveva nelle calze?». - Nel febbraio 1984 indirizzai lettere-circolari a tutte le associazioni italo americane degli Stati Uniti d’America. Negli States gli italo-americani sono oltre quindici milioni. Chissà cosa non darebbero per ricevere, a un prezzo modesto, la terra del loro paese d’origine, mi ero detto. Il potere evocativo della terra... la nostalgia, lo struggimento per poterne avere un pugno... Alcuni hanno nomi curiosi che meritano di essere riportati: Club Venezia Giulia, Leonardo da Vinci Society, Italo American soccer Club-maroons, Mazzini-Verdi Club, Italian-American bocce club. Tutta letteratura! Non ebbi una risposta. Analogo fu il risultato con i “Fogolàr Furlàn” che sono i circoli presso i quali si riuniscono e si appoggiano i friulani e che, nel mondo, sono novantasei - Quando pubblicai “L’ultima linea di Piero Manzoni” (1990), per vendere il libro, fra l’altro, mi recai per alcune mattine alla Stazione Centrale di Milano. Salivo sull’Euro Star, il super rapido per Roma in attesa di partenza, e lo giravo tutto per la tentata vendita del libro. Ne vendetti parecchi ma desistetti dopo circa otto giorni perché avevo notato che altri personaggi giravano il treno con lo stesso intento. Si trattava di questuanti e di venditori ambulanti di piccoli oggetti. Questo mi disanimò. Curiose erano le dediche che facevo sui libri e che sempre mi venivano richieste. Prima della firma indicavo la sigla del treno e l’orario di partenza, Stazione Centrale di Milano e la data. Oggi quei libri, se sono stati conservati, avrebbero un valore. A comprarmi i libri erano soprattutto le donne. Giovani, dai 25 ai 40 anni. Messaggio Terra ha sempre avuto un grande ascendente sulle donne. In seguito, tutti i mesi per oltre un anno, in occasione del Mercatino dell’Antiquariato in via Fiori Chiari a Milano, mi piazzavo davanti al numero sedici (ultimo studio di Piero Manzoni) per la tentata vendita del mio libro. E ne vendetti parecchi.

 

2004-2005 RAGGIO VERDE - LECCE 1° maggio 2004 - In occasione dell’inaugurazione della mostra di arte amplificata “Messaggio Terra 2003 - Cosa lasceremo?” di Paolo Barrile e Adriano Pasquali il gruppo “L’Officina della parola” ha dato luogo all’azione performativa “Cosa lasceremo? Un giovedì di passione”. Fanno parte del gruppo: Marta Ampolo, Ambra Biscuso, Daniela Cecere, Francesca Chirone, Rosanna Gesualdo, Andrea Laudisa, Mimmo Marseglia, Luca Nicolì, Ivan Serra.

 

PENTEDATTILO (Reggio Calabria) 27 agosto-5 settembre 2004. 1° Workshop Internazionale Progetto Utopia - L’architettata mano: Terra-Aria-AcquaLuce-Fuoco. Università degli Studi Mediterranei di Reggio Calabria, Facoltà di Architettura. A cura di Marcello Séstito. Sono invitati cinque artisti, cinque architetti e cinque critici d’arte. Con riferimento alla voce terra Rossana Buono si sostituisce a Paolo Barrile impossibilitato a presenziare e fa il suo intervento illustrando il cammino operativo dell’artista.

 

CONSERVATORIO GIUSEPPE VERDI - MILANO Emanuela Milani in occasione del cortometraggio “Terra” (2003) di Sara Montani e Giovanna Gatti aveva condotto il laboratorio di musica facendo impiegare ai ragazzi, come strumenti musicali, ciottoli, ghiaia, frasche,conchiglie, zufoli e quant’altro (raccolta di materiali, manipolazione, ricerca di effetti sonori, orchestra della natura). Nel settembre 2005 presenta e discute al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano la sua tesi di specializzazione post laurea in didattica della musica dal titolo Musica e natura ovvero l’apprendimento della musica a partire dal linguaggio della natura. Percorso di ricerca creativa ispirato a Messaggio Terra di Paolo Barrile. Relatrice la prof. Carla Canedi. MENSAGEM TERRA - PORTO (PORTOGALLO) Cortometraggio a cartoni animati disegnato da bambini (2005). Produzione: Cineclube de Porto - Casa de Arte -Nucleo de Estages de Filosofia de Escola Secundaria de Pacos de Ferreira -Porto (Portogallo). Autori: Ana Rita Santos, Louis Sousa, Louis Carlos Vilares, Pedro Henrique, Raquel Monteiro, Rita Silva, Sofia Rocha, Rita Oliveira, Betiza Figueirado, Carlota Loges Laba, Fernando Ruiz, Felipa Barbosa, Filipe Ruis, Francisca Santos, Hugo Sousa, Joana Beliza. Musiche: Vasco Batista.

 

1961-2003 43 anni di MESSAGGIO TERRA Messaggio Terra è il ricupero di un bene primario sin che possiamo disporne. L’azione è articolata in sei fasi. Prima fase - Raccolta collettiva di terre pure integre incontaminate e di paesuoli in tutto il mondo. Seconda fase - Trasporto di queste terre e loro versamento su suoli o acque inquinate. Terza fase - Azioni provocatorie ed interventi vari. Quarta fase - Ridistribuzione delle terre raccolte acciocché la terra di ogni località sia presente in ogni altra località del pianeta. Quinta fase - Storicizzazione. Sesta fase. Arte amplificata.

 

1993-2005 periodo delle scritture e dei graffiti Carla Della Beffa, 1997 ARCHEOLOGIA DEL PRESENTE Paolo Barrile è l’archeologo del presente. Il suo amore per la terra, per l’esistente, per quello che può sparire con gli anni oppure sotto strati di cemento, di asfalto, di vernice, lo ha portato prima a cercare di conservare la terra, a renderla viva anche dove era asfittica, a sensibilizzare artisti e gente comune sul destino del pianeta (e nostro, se non riusciremo a dedicare una diversa attenzione alla natura); poi a raccogliere - insieme a centinaia di altri artisti - oggetti di plastica da tutto il mondo, per documentare l’era della plastica; e infine, ora, a raccogliere e conservare, per trasmetterli al futuro, i graffiti con cui i giovani riempiono le mura delle città... C’è una profonda differenza fra i graffiti metropolitani e l’elaborazione che ne dà Paolo Barrile. Convinto com’è da sempre che l’artista nuovo organizza il lavoro creativo di altri artisti intorno a un’idea, anche in questi suoi graffiti Barrile parte dalle tag più belle che trova per la strada, scritte di getto, e le riprende con amore, disponendole con i suoi colori e i suoi equilibri compositivi, e dipingendole piano, colore sopra colore, pennellata sopra pennellata, con la stessa cura di un vero archeologo che trova dei reperti antichissimi e li spolvera delicatamente, li ricostruisce per dare una testimonianza. Ecco, c’è questa chiave di lettura importante nell’opera di Paolo Barrile, questo filo rosso che attraversa tutta la sua vita di artista: il bisogno di testimoniare il suo tempo, nel presente e per il futuro. E’ per questo che quanto i ragazzi disegnano di getto diventa lentamente composizione, colore, equilibrio; con un lavoro spesso lungo, sempre paziente e sapiente... Il ritorno di Paolo Barrile alla pittura-pittura nasce da un desiderio di tornare al colore, alla manualità, al quadro che si costruisce e si tocca, al quadro felice. E’ la testimonianza sia della serenità che ha raggiunto, sia del suo continuo entusiasmo per la vita e il nuovo, oggi rappresentato dal lavoro dei giovani. E’ la prova della sua voglia di essere testimone del tempo in cui viviamo, di raccoglierne le tracce, di trasmetterle nel futuro.

 

 

Mostre:

 

1970 Fondazione Europa, Milano (l'uomo è un'isola) - Galleria del Liberty, Milano (l'uomo è un'isola)

1972 Galleria Pater, Milano (le memorie del tempo/periodo rosso)

          Galleria del Leone, Tradate (le memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

          Galleria Il Salotto, Como (le memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

1973 Galleria Triade, Torino (le memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

          First National City Bank, Milano (le memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

1974 Galleria SM 13, Roma (le memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

          Galleria Tresana, Napoli (le memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

1975 Galleria Domenicani, Bolzano (le memorie del tempo e  superfici graffite)

          Circolo Filologico Milanese, Milano (le memorie del tempo, superfici graffite e architetture)

1976  Galleria Triade, Torino (superfici graffite)

           Galleria 9 Colonne, Trento (superfici graffite e MessaggioTerra)

1977  Galleria Inquadrature 33, Firenze (Messaggio Terra)

1978  Mercato del Sale, Milano (Messaggio Terra)

           Galleria Il Brandale, Savona (Messaggio Terra)

1979  Gar, Milano (memorie del tempo/periodi rosso e bianco)

1980  Galleria 2000, Bologna (Messaggio Terra)

1982  Five Towers Micro Hall Center, Augustfehen, Germania (Messaggio Terra)

           Berry College, Mt. Berry, Ga, USA (Messaggio Terra)

           Kunstbibliotecket og Byens Billede, Copenhagen, Danimarca (Messaggio Terra)

           Galleria Katariina, Helsinki, Finlandia (Messaggio Terra)

          Avant-Garde Gallery, Skagen, Danimarca (MessaggioTerra)

1983 Rochester Institute of Technology, College of Fine & Applied Arts, Rochester, N.Y., USA

          (Messaggio Terra)

          Galleria Nuova Pavia, Pavia (Messaggio Terra)

1989 Centro Lavoro Arte, Milano (Messaggio Terra)

          Micro Hall Art Center, Edewecht, Germania (MessaggioTerra.

1990 DeMedia, Eeklo, Belgio (Messaggio Terra)

          Spazio Navile, Bologna (Messaggio Terra)

1991 Moon Gallery, Mt. Berry, Ga, USA (Messaggio Terra)

          Artestudio, Ponte Nossa (Amplified Art/M.E. 90, M.E.92)

1992 Forum "Kunst und Schule", Gütersloh, Germania (MessaggioTerra)

          Galerie Friedemann, Gütersloh, Germania (Amplified Art/M.E. 90, M.E. 92

          Micro Hall Art Center, Edewecht, Germania (MessaggioTerra)

          Asilo Notturno, Livorno (Messaggio Terra)

1993  Milan Art Center, Milano (con Ruggero Maggi/la linea infinita di Piero Manzoni)

          Centro Masaorita, Bologna (Amplified Art/M.E. 90, M.E. 92, M.E. 93)

          Centro Ponte delle Gabelle, Milano (Amplified Art/M.E.90, M.E. 92, M.E. 93)

1994  Galerie Galerij, Zierikzee, Olanda (Messaggio Terra)

           Ridotto Teatro Dehon, Bologna (le storie)

           Banca Mercantile Italiana, Milano (Barrile/Afgoi, MessaggioTerra, le storie)

           Palazzo Municipale, Borsele-Heinkenszand, Olanda (Messaggio Terra)

           Siauliai Art Gallery, Siauliai, Lithuania (Amplified Art/ M.E. 90, M.E. 92, M.E. 93)

1995  Biblioteca Rionale Baggio, Milano (Messaggio Terra)

1996  Forte Crest, Milano (Messaggio Terra)

           Lietuvos Kultûros Fondas, Vilnius, Lithuania (Amplified Art/M.E. 90, M.E. 92, M.E. 93)

1997  Spazio Giacobbe, Milano (Messaggio Terra)

           Galerie Bertrand Kass, Innsbruck, Austria (scritture e graffiti)

           Circolo culturale "il gabbiano", La Spezia (Messaggio Terra)

          Antonio Battaglia Arte Contemporanea, Milano (scritture e graffiti)

1998 Galleria Linea '70, Verona (scritture e graffiti)

          Associazione culturale Azimut, Torino (scritture e graffiti)

1999 Antonio Battaglia Arte Contemporanea, Milano (scritture)

          Galerie Eterso, Parigi, Francia (scritture e graffiti)

2000 Café Galerie, Innsbruck, Austria (scritture e graffiti)

          Antonio Battaglia Arte Contemporanea, Milano (scritture)

          Théâtre des Capucins, Lussemburgo (scritture e graffiti)

          Spazio Santini, Milano (manoscritti)

         Centro Luigi Di Sarro, Roma (scritture e graffiti)

2001 Forum CST, Cinisello Balsamo (manoscritti/esposizione permanente)

          Spazio Santini, Milano (manoscritti)

          Antonio Battaglia Arte Contemporanea, Milano (manoscritti)

2002 American European Fine Art Gallery & Priska C. Juschka Fine Art, New York City, Usa (manoscritti)

          GAR, Milano (graffiti e manoscritti con proiezione di 160 diapositive - 45 anni di pittura: 1957/2002).

2003 Gallery Galerji, Zierikzee, Olanda (con Adriano Pasquali Messaggio Terra 2003 - Cosa lasceremo?)

2004 Galleria di Palazzo del Carmine, Caltanissetta (con Adriano Pasquali - Messaggio Terra 2003 - Cosa

          lasceremo? )

          Piscina Comunale, Milano (scritture e graffiti)

          Raggio Verde, Lecce (con Adriano Pasquali, MessaggioTerra 2003 - Cosa lasceremo?)

          Das Antiquariat im alten Bahnhof, Klingenberg (Germania)

          (con Adriano Pasquali - MessaggioTerra 2003 - Cosa lasceremo?)

          Bazart, Milano (con Adriano Pasquali – MessaggioTerra 2003 - Cosa lasceremo?)

           Moon Gallery, Berry College, Mt. Berry, Ga U.S.A. (con Adriano Pasquali - MessaggioTerra 2003 -

          Cosa lasceremo?) 

          Piscina Comunale, Milano (Omaggio al poeta Pedro Fiori)

          Galleria Antonio Battaglia, Milano (Iraq 03-04)

2005 Studio D’Ars, Milano (scritture, graffiti, Iraq 03/04)

          Galleria dell’Orologio, Clusone (con Adriano Pasquali-MessaggioTerra 2003 - Cosa lasceremo?)

 

Nel 1982/86 ha esposto i suoi espositori di terre con certificato di autenticità presso:

In 1982/86 he shows his earth display cassettes with certificate of authenticity near:

 

1982 - Piazza Cordusio, Milano

1983 - Chibidue, Milano

          - Macef Autunno, Milano

1984 - Macef Primavera, Milano

          - Macef Autunno, Milano

1985 - Macef Primavera, Milano

          - Macef Autunno, Milano

          - Chibicar, Milano

          - Euronatura, Milano

1986 - Macef Primavera, Milano

          - Chibicar, Milano

 

Mostre recenti:

2014 GenovaContemporanea, Genova

2014 Materia e Sapere, in gioco l'arte del gioco, Calcata

2014 Il Papa, La Papessa, gli Arcani , Calcata

2014 Artisti con cataloghi al seguito, Fabriano - dal 25 al 31 ottobre

2014 Nel Segno e nei Colori, Pescara

2014 Contemporaneamente, Genova

2014 Materia e Sapere, in gioco l'arte del gioco, Perugia

2014 Padre Nostro, Sassoferrato - dall'otto al 31 agosto

2014/2015 Materia e Sapere, in gioco l'arte del gioco, Campello Sul Clitunno

2015 La polvere e le stelle, Perugia

 

 

 

Paolo Barrile, 2006 – COMMIATO

 

Molte persone, in occasione di viaggi, raccolgono sabbie. Nei deserti, sulle spiagge, sulle isole. Le sabbie hanno coloribellissimi, che incantano. Ma nessuno raccoglie terra. Perché la terra è una cosa quotidiana, umile, che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi, sotto i piedi. La terra è (fra virgolette) una cosasporca. Che sporca.

Nessuno osserva i colori della terra. Provate a chiedere a una persona che è stata in una X località:

"Di che colore era la terra?" Novantanove su cento non sa cosa rispondervi. Eppure le terre hanno colori bellissimi. Pensate: ci sono terre azzurre, terre verdi, altre di un bellissimo colore giallo zolfo. Per non parlare di quelle rosse. La domanda: "Perché la terra rossa è rossa e la terra gialla è gialla?" è stata la molla che mi ha avvicinato allo studio di quelle tante discipline che mi portarono alla conoscenza della terra, la terra che gli scienziati chiamano "i suoli". La terra è importante perché la terra siamo noi. Noi diventeremo

terra un giorno. A questo riguardo ricordo che nell'antica lingua ebraica (quindici/venti secoli prima di Cristo) il concetto terra e il concetto uomo erano espressi con un unico termine, la parola adamáh che corrisponde alla nostra attuale parola Adamo. Se risaliamo ancora indietro nei tempi, molto più indietro, possiamo asserire senza timore di smentita, che noi siamo figli delle stelle, noi deriviamo da polvere di particelle stellari. Noi, scusatemi l'espressione blasfema, siamo divinità. Della terra non si può fare a meno. Immaginate un pianeta senza terra, senza alberi, senza acqua. Invivibile. Immaginate una lunga distesa di rocce desolate, un susseguirsi di città lunghe centinaia di chilometri. Una sucessione di Città del Messico, di Los Angeles, di Tokio, Shangai, Bombay. Questo è purtroppo il nostro futuro, questa sarà la fine dell'uomo.(Secondo alcuni scienziati l’Uomo sta provocando la Sesta Estinzione).

La terra soffre, la terra viene continuamente offesa. La terra è una cosa concreta. Pensate alla fragranza della terra . Alla terra che profuma di terra. Ma la terra è anche un sentimento. Ha un suo potere evocativo. Una sua suggestione. Pensate per un attimo di poter avere nel palmo della mano la terra delle Termopili.... Che brivido! Che emozione! O la terra della Riff Valley, in Africa, di quel luogo dove l'uomo scese dall'albero, uscì dalla foresta, acquistò la posizione e l'andatura eretta e cominciò il cammino per divenire poi quell'uomo che oggi noi tutti siamo.

Durante gli anni in cui frequentavo assiduamente gli ambienti artistici incontrai e conobbi decine di artisti e decine di persone comuni le quali, affascinati dalla mia narrazione e dalla stravagante proposta, mi portarono terre. Mi sono fatto inviare terra da centinaia di artisti da tutto il mondo. La raccolta collettiva di terra é importante. E' importante che io abbia coinvolto centinaia di persone in questa azione di

ricupero e d'amore. In questo atto "buono". E' molto più importante che se io l'avessi compiuta da solo. E questo vale per le azioni successive. Da qui nasce l'Arte Amplificata. Fra i miei quadri ne vedrete alcuni in cui è indicato solo un nome. Il nome della località in cui è stata raccolta la terra. E' il massimo. Il massimo del minimo, cioé del minimalismo. A volte al quadro è appeso un sacchettino nel quale è contenuta terra di quella località. E c'è la scritta : "aprire e spargere in caso di necessità". Cioé in caso di inquinamento ambientale.

Secondo gli storici dell'arte di questo specifico settore io sono, per precocità (Messaggio Terra è iniziato negli anni Sessanta) e per importanza delle azioni e dei progetti uno dei sei o sette artisti ambientalisti a livello mondiale. In Europa siamo in due, gli altri sono americani. In America ci sono artisti ambientalisti che lavorano con l’aeroplano, altri sono sostenuti da Fondazioni Culturali con milioni di dollari. Io a malapena giro con una bicicletta scassata (in senso figurato) e corro il rischio che mi rubino pure quella.

Circa vent'anni fa, quando prospettai una mostra su Messaggio Terra agli Assessori alla Cultura di alcune città (non faccio nomi) ebbi risposta picche, anzi più esattamente non ebbi alcuna risposta. Forse era troppo presto, non era ancora il momento giusto. Ora ho ottantanni compiuti, sarebbe il momento per un

riconoscimento. Penso a quei giovani (parlo dei diciottenni, dei ventenni, dei venticinquenni e anche dei trentacinquenni) che fremono per la smania di arrivare, di vedere riconosciuti i loro meriti. Pensate a me. A quanta pazienza ci vuole quando si è consapevoli del proprio valore. Imparate da me: fremete pure, siate impazienti, ma abbiate anche tanta tanta... pazienza. Ho finito. Grazie

 

 

Paolo Barrile, 2006 - LEAVE-TAKING

 

Many people, when travelling, collect samples of sand: in deserts, on beaches, on islands. These sands have beautiful colours that enchant us. But nobody collects earth. Earth is an everyday, humble thing that we see daily under our eyes, under our feet. Earth is (in inverted commas) something dirty. Dirt?

Nobody observes the colours of the earth – try asking someone who has been to place “X” what colour the earth there is. Ninetynine out of a hundred wouldn’t know how to answer you. Yet the various types of earth have beautiful colours. Just think: there are blue soils, green soils, others of a sublime sulphur-yellow colour. Not to mention all those red soils. The question “Why is red earth red and why is yellow earth yellow?” was the incentive that spurred me to study those many academic disciplines that led me to an understanding of the earth – that earth that scientists call “the soils”.

Earth is important because we are earth. One day we become earth. On this matter I recall that the ancient Hebrew language (fifteen to twenty centuries before Christ) the concepts of earth and man were expressed with a single term – the word adamáh, which corresponds to our modern word Adam. If we go back even further in time, indeed much further back, then we may asset without fear of denial that we are children of the stars; that we come from the dust of stellar particles. We are, pardon me for the expression of blasphemy, divinity.

We cannot live without earth. Imagine a planet with no earth, no trees, and no water. Uninhabitable. Imagine a wide expanse of desolate rocks, a succession of cities hundreds of kilometres

long. A series of Mexico City’s, Los Angeles, Tokyo’s, Shanghai’s, Bombay’s. This sadly is our future; this will be the end of mankind. (Note that according to some scientists Man is already causing the Sixth Extinction Event.)

The earth is suffering; the earth is being continually offended. Earth is a concrete thing: think of the fragrance of earth – of earth that smells of earth. But earth is also a feeling. It has its own

evocative power, its own suggestion. Think for a moment of holding in the palm of your hand the earth of Thermopylae, what a thrill, what emotion! Or the earth of the Rift Valley in Africa, the very place where mankind descended from the trees, left the forests, acquired his upright posture and way of walking and

started out on the path then to become that mankind that we all know today. In the years during which I frequented assiduously artistic places I met and got to know dozens of artists and laypeople who,

fascinated by what I said and my extravagantly unusual proposals, gathered earth for me. I took it on myself to send out earth from hundreds of artists from all over the world. The collective gathering of earth is important. It is important that I have involved hundreds of people in this act of recovery and love: in this “good” action. It is much more important than if I had done it by myself. And this is true too for the actions that followed. Out of this came Amplified Art.

Among my paintings you will see some on which just a name is written: the name of the locality where the earth was gathered. This is the maximum: the maximum of the minimum, or in other words, minimalism. At times a small packet containing earth from the place is hung from the picture. And there is a label: “open and disperse in case of necessity” – in other words, in case of environmental pollution.

According to art historians of this particular sector of art I am, because of my precocity (Message Earth was started in the 1970s) and for the importance of my actions and projects one of the six or seven environmental artists of world importance. There are two of us in Europe and the rest are American. In America there are environmental artists who work with aeroplanes and others who are maintained by Cultural Foundations with millions of dollars. I can only just get around on my clapped-out bicycle (in a figurative sense) and I run the risk they will pinch even that. About twenty years ago, when I proposed an exhibition on Message Earth to the Assessors of Culture of various cities (I shall not mention any names) I got back some terse replies, or to be more exact I didn’t get any replies. Maybe it was too early;

maybe the right moment had not yet arrived. Now that I have reached eighty years of age, maybe the

moment for recognition has arrived. I think of those young people (I am talking of eighteen-, twenty-,

 twenty-five- and even thirtyyear- olds) who tremble with the craving to arrive on the scene; to see their merits recognised. Think of me – of how much patience is needed when one knows one’s own worth. Learn from me: by means tremble away and be impatient but also have lots and lots of … patience.

I have finished. Thank you.

 

 

CRITICA:

 

Carmelo Strano, 2003 UN FRANCESCANO MESSAGGERO DI TERRE Artista assolutamente sui generis, Paolo Barrile. Al punto che la parola artista non basta, o comunque è stretta perché, per quanto si allarghi il suo concetto alle tendenze più aperte dell’extraoggettualità, non contiene le tipologie operative che egli adotta né tanto meno la loro ampiezza. Ma sono ben lontano dal sottrarre a Barrile, per eccesso di attenzione, il sostantivo artista. Tanti anni fa, da lui sollecitato a “definirlo”, al di là della concettualità che gli veniva affibbiata, gli proposi “artista ambientalista-comportamentale”. Vi si è riconosciuto, a giudicare dal fatto che da allora con questa sorta di etichetta presenta la sua biografia. Fine anni Settanta e inizi Ottanta. Capisce bene Barrile che nella rivista Natura Integrale, che Pierre Restany ed io avevamo fondato, avrebbe trovato un suo domicilio naturale. La sua “follia” ecologica rivolta all’ambiente ad ampiezza planetaria era consanguinea all’ecologia della sensibilità individuale di cui si occupava quella testata, editorialmente modesta ma plurilingue e a diffusione mondiale. Da allora ho stabilito su di lui un osservatorio costante anche se qualche volta a distanza. Ciò perché fui subito catturato dalla strana combinazione tra il suo pensare e agire in grande e il suo cammino, naturale, nei sentieri della quotidianità comune. Credo che una delle sue doti principali sia proprio questa: una cosciente follia che non si carica affatto di romanticismo e di atteggiamenti di élite, ma che piuttosto scende, con dignitosissima e spontanea umiltà, nella routine quotidiana della gente. Un amico, italiano o di qualsiasi altra parte del mondo, pur persona comune, che però collabora, ad esempio, a procurargli terra incontaminata, ai suoi occhi è un personaggio, perché “attore” protagonista della sua vicenda. Ed è una vicenda che è pensata e sentita non quale “aurea” della propria artisticità ma come azione degli uomini per gli uomini. Certo, ci sono uomini e uomini. Ci sono quelli che amano lo star bene fisico, psichico e ambientale e quelli che mettono il profitto davanti a tutto, con piena indifferenza sul problema ecologico. E sono proprio coloro che fanno affilare le armi di carta di Paolo Barrile, le sue velleità, il suo respiro utopico universale, le sue azioni concrete e semplici, per mezzi e modi, le quali tuttavia si caricano di un amplissimo e polivalente coefficiente simbolico. Questa semplicità di Barrile si coglie tra l’altro in talune sue performance, come quando nel 1982, accomoda un espositore nella centralissima piazza Cordusio, a Milano, per vendere i suoi libri su “Messaggio Terra”. Lui, artista di lunga esperienza, ben consapevole della sua personalità, ingegnere e mezzo architetto, autore di libri, appronta una baracchetta. Chiaro, se si vendono delle copie, si ottengono due effetti: qualche soldino di recupero (il che non guasta data la sua distanza dalle leggi imperiose del mercato), la diffusione del suo messaggio ma…anche la realizzazione di una performance. Quel gesto rientra nella filosofia del suo agire e del suo fare. Il suo impegno mentale e poetico contempla l’agire (l’idea, il progetto, lo studio della coerenza interna della performance) e anche il fare, l’azione pratica di qualunque natura essa sia. E può trattarsi anche di abbassarsi i pantaloni e depositare i propri residui organici, in pieno giorno, a ridosso del milanese Castello Sforzesco. Azione (fare) semplice, ancora una volta, e anche elementare. C’è, certo, provocazione, ma non solo questa. Essa non è fine a se stessa, nell’azione di Barrile si va anche oltre la “merde” di artista. Questo residuo organico non viene inscatolato, come ha fatto Piero Manzoni, novello demiurgo duchampiano. Esso va a fertilizzare la terra, dà il proprio contributo di sostanza “non inquinata” alla terra inquinata. E, come ha fatto poco dopo Barrile, si può organizzare anche una gita “ecologica” di gruppo: tutti a defecare. Ancora la rilevata semplicità dell’artista mi piace sottolinearla a proposito della sua scrittura. Oltre alle varie pubblicazioni sul Messaggio Terra, o intorno ad esso, è interessante ricordare il romanzo-verità “L’ultima linea di Piero Manzoni”. Sia in questo (1990) che in “Diario di un messaggero di Terre” (1992), entrambi con grande convinzione e piacere da me introdotti, Barrile si rivela scrittore superbamente “semplice”: stile asciutto, essenziale. Alla fine degli anni ‘40 abbandonò talune importanti frequentazioni a Roma nel campo del cinema, nel quale tuttavia produsse alcune cose. Fece ciò per buttarsi nell’arte. Ma probabilmente il regista cinematografico che non divenne agisce in questi volumi come “semplice” e molto brillante e vigile organizzatore di fatti che sono i diretti protagonisti della trama. Nella narrativa italiana non ci sono esempi. Ci voleva un performer dell’agire e del fare per creare un’esperienza di asciuttezza analoga a talune espressioni nordamericane contemporanee (Erskine Caldwell o Jack London che insisteva sul “fatto, l’irrefutabile fatto”). Quanti sermoni, quanta convinta retorica avrebbe potuto scrivere sull’emergenza ambientale! Niente di questo. Solo messaggi laconici sul fatto performativo e sul suo valore etico. Ancora, in tempi recenti, chiarita a se stesso fino in fondo la sua posizione, fissa l’idea (1990) di Arte Amplificata (sesta fase di un cammino di oltre quarant’anni di Messaggio Terra). Egli intende riferirsi alla sua lunga prassi di coinvolgere artisti di ogni parte del mondo e in gran numero. Si sa, nel tempo gli artisti hanno usato tanti mezzi per esprimersi. E con la “nuova” arte amplificata? Bastano poche, semplici parole per spiegarlo: “I media del ‘nuovo’ artista sono gli altri artisti”. Questa inesorabile, ma naturale aderenza alle cose, si fa quasi terribile con l’operazione, di quest’anno, intitolata “Cosa lasceremo?”. Ecco l’osso dell’osso. Con la collaborazione di Adriano Pasquali, Barrile chiede agli artisti una fotografia di una radiografia o Tac relative a una parte del loro corpo. Cosa lasceremo? “Non intendiamo quanto di artistico hai prodotto…ci riferiamo a ciò che di tuo andrà ad ingrassare il terreno. Perché la terra deve essere ingrassata e rinnovata. E quale humus è migliore del cervello di un artista?” Questo terreno performativo-extraoggettuale non è totale o esclusivo. E’diventato l’ambito centrale per quattro decenni durante i quali Barrile non ha mai smesso del tutto di produrre dipinti. Questa operatività “normale” diventa anch’essa sui generis. A parte gli avvii, tra gli anni ’40 e i ’50, basati su un paesaggismo di densa liricità quasi alla Braque, Barrile non ha mai cessato di produrre dipinti con il leit motiv di un intenso e acceso informale materico di particolare forza espressiva. Ma anche in questo ambito l’artista si discosta dalle iconografie consolidate. Lo fa con le “architetture” lungo i ’70 (una matericità che quasi disegna i reperti topografici di antiche città) o con le “Superfici graffite”, spesso polimaterici su tavola con effetti molto raffinati di scrittura illeggibile. Ma poi Messaggio Terra ha determinato anche oggetti da appendere, dipinti monocromi recanti lettrismi allusivi ad aree geografiche integre (paleosuoli, ecc.) e spesso accompagnati da un sacchettino di iuta pendente con dentro terra incontaminata. Ma in anni recenti Barrile ha sentito fortemente il richiamo del dipinto. Con giovanile freschezza ed energia vi ha riversato, con la sua caratteriale asciuttezza, i modi della poetica graffitista. Egli ha interiorizzato il segno per solito lasciato con spray sulle superfici degli edifici e sui corridoi delle metropolitane: ne ha fatto occasione quasi di “automatismo psichico puro” energetico e dalle tinte forti. Il “quasi” è d’obbligo, perché, a dispetto del gesto miocinetico, cogli una composizione complessa fatta di sottili equilibri tra segnoparola e forme libere. Ma ciò che mi ha maggiormente colpito, della ritrovata giovinezza di Barrile, sempre in quest’ambito della scrittura, è il riporto sulla tela, variamente ingrandito, di scrittura autografa di letterati, scienziati ecc. Con estremo controllo, Barrile non vi aggiunge nulla di suo, se non il fondo della tela (opportunamente monocromo) e l’impaginazione. Ecco un grande esempio di artista impegnato, con tanto accanimento da identificare, come accadeva con i decadentisti ma diversamente da loro, arte e vita. Barrile è di quegli artisti la cui opera risulta importante e necessaria non solo per l’arte ma anche per la società. La sua è una lezione di utopia possibile, perché anche di essa egli tira fuori l’osso, gli aspetti di elementare semplicità. Dall’utopia delle grandi parole e dell’impossibile egli ci ha fatto slittare all’utopia legata all’emergenza. Artista francescano, si è spogliato del mantello dell’aulicità, e si è fatto messaggero di terre, senza prediche, ma facendo parlare la terra che denuncia direttamente il proprio inquinamento, e alimentando, nel nostro tempo di efficientismo e di utilitarismo, i sogni dell’uomo.