Titolo opera: s.t.

Codice: 035 A

Artista: Giusto Carlo * 

Anno opera: 1966 

Nazione: Italia

Supporto: tela

Tecnica: olio

Dimensioni: 24x30,5

Stile: concettuale

Corrente artistica: arte contemporanea

Stato conservazione: buono

Ubicazione opera originale: magazzino temp. Costante gradi 16/18

Descrizione: firmato dall’ autore, collezione privata, grande archivio,

testi a cura di Stenlio Rescio, (l'artista fa parte della collezione Sintesi del Brandale)

 

 

 

 

 

Biografia:

 

Carlo Giusto ha iniziato a dipingere a metà degli anni Cinquanta; I'area savonese, già intrisa -di succhi vitali ad opera dell'attivissimo gruppo futurista, era allora segnata dalla contagiosa presenza, ad Albisola, di una comunità artistica che aveva elevato I'accogliente cittadina al rango di crocevia internazionale. In ambito più strettamente Iocale un primo Iavoro di svecchiamento degli strumenti espressivi era stato compiuto da alcuni giovani (Pollero e Cabiati), per ricordare Ie due presenze forti, anche per temperamento) che all'indomani della guerra avevano aperto il confronto con Ie avanguardie storiche. C'era dunque quanto bastava (esperienze che circolavano di prima mano e stimoli) a bruciare I'iniziale momento figurativo, che del resto Giusto  aveva vissuto antidogmoticamente; più che a rappresentare Ie cose (il ricorrente paesaggio delle Langhe) egli aveva infatti Iavorato a scardinarne Ie interne connessioni per dare espressione all 'urgenza della materia. Come per gli altri artisti della sua generazione, in questo ben definito ambito territoriale che non è mai stato ''provincia'', I'incontro risolutivo fu con I'informale (un'onda Iunga, a discorrerne oggi), che si proponeva con una forte carica di rottura Iinguistica.

 

E qui bisogna distinguere. Non il segno guizzante e Ie evanescenti inquiete ''presenze'' di Scanavino, che ad Albisola era di casa. E rispetto al quale può semmai proporsi un accostamento avendo a mente quel denso aggrumarsi di materia informe che è Ieggibile, crediamo, come metafora di una liguria colta nel suo duro nocciolo di verità. Una materia che nell'opera di Giusto prende corpo come sostanza magmatica: vi è un procedere per accumulazione, insistentemente tornando sullo stesso percorso: Ie bande di colore che ripartiscono |o spazio. A governare il movimento interviene come una ragione compositiva; una dialettica tra spontaneità  e  disciplina  che  riconduce  l'impuIso  gestuale  sotto  il  segno  del l 'istanza strutturante. Giusto Iavora ad ispessire e a controllare, approdando - e giovano Ie evidenze e Ia fisicità del pigmento - alla consistenza oggethJale di queste sue emblematiche immanenze. E' presente, già in questa prima fase, una costante che accompagnerà a Iungo Ia sua ricerca: è I'apertura al duplice registro dell'intensità espressiva e di una più fluida elaborazione. Le forme, meno urtanti, si articolano nello spazio in ritmi distesi; i forti contrasti di colore tendono a sfumare nei rapporti tonali o ad aprirsi in ariosi cromatismi; cede, a misura di Ievigatezza, Ia dura crosta della sostanza pittorica. Entro questo più pacato discorso Ie striature verticali che solcano Ia superficie pervengono ad una formulazione più netta e regolare. Fino a sfiorare Ia geometria, verso cui pure Giusto non inclina.

 

Si può utilmente indagare su questo passaggio. Per quanto ci riguarda ne ricaviamo che il ricorso alle forme elementari dell'astrazione geometrica obbedisce ad esigenze di definizione dello spazio, si tratti di ribadirne Ia ''certezza'' o, all'opposto, di segnalarne Ia discontinuità. E' un passaggio che introduce alla comparsa della ''figura''.

Non è una svolta da poco. Soprattutto per chi - è ed  il caso dell'artista savonese - aveva vissuto il rapporto con Ia realtà in termini di intima adesione alle cose da dire (e non c'è dubbio che più di ogni altra soccorreva l 'esperienza informale,  con i duttili strumenti che aveva  predisposto) .  In qualche modo per6 avvertita - e sono gli anni Sessanta - come inadeguata rispetto all'urgenza di registrarne Ie rapide trasformazioni in corso elaborando messaggi decifrabili. E dunque, di approntare nuovi mezzi, più oggettivi, della comunicazione visiva. Da qui Ia messa in scena della ''figura'', recuperata con modalità inusuali: incongrua, svuotata, viene proposta in una spaesante sconnessione delle coordinate spaziali, dove a renderla sfuggente interviene Ia scomposizione dei piani. E' il suo modo  (inedito,  bisogna  dire)  di  riferirci  su  quella  “condizione  umana “  che in piena crescita della società di massa (giunta ora alla sua inquietante maturità stava inducendo nuove forme dell'alienazione.

Nasce da qui il nutrito ''repertorio d'immagini'' con cui Giusto documenta, si direbbe con scrupolo di ricercatore, i nuovi fenomeni di costume: abbigliamento, oggetti, simboli della nascente “ritualità urbana'', che attribuiscono identità a questi suoi per il resto anonimi personaggi. Le immagini perdono di spessore; il taglio (inquadrature, stesura uniforme del colore, nettezza dei contorni) è decisamente documentaristico; Ia tecnica esecutiva richiama il cartellonismo, un esercizio nel quale Savona, grazie anche alla vicenda artistica degli anni Trenta, era tutt'altro che sprovveduta.

  Sono queste intenzionalità e modalità operative a decidere del suo ritrovarsi,  nel  1965,  nel gruppo ''COND'',  costituito assieme ad alcuni altri pittori di Genova e Savona .

Vi sarebbe da riferire su altri, successivi momenti di una ricerca che nelI'arco di un trentennio non ha conosciuto soste. E' il caso dei suoi stralunati ''paesaggi'' sospesi tra morfologia di silenti territori e visione cosmica, tra stilizzazione formale e reminiscenze surreali. Ma preme, in questa ricapitolazione ''per appunti'', di convergere sugli elementi, evidenti e persuasivi, che dichiarano Ia sostanziale continuità di un itinerario che pure è stato segnato da incursioni su zone Iaterali. La ricomposizione avviene in questi anni con il ritorno al ''Iuogo'' della sua pittura che può essere considerato originario: Ia Iezione informale, ''filo conduttore'' seguendo il quale Giusto ha potuto mantenere - troviamo scritto - ''a Iivello di dato interiorizzato, un contatto con Ia realtà.

Vi sono permanenze. E accostamenti che Ie rivelano: fra opere, ad esempio - si guardi alle date - che annullano il distacco di oltre venti anni. Si distinguono per Ia discontinuità della superficie, percorsa da falle e sfrangiamenti. Il frantumarsi del corpo della pittura da Iuogo a sprofondamenti nel vuoto. Inevitabile il richiamo a Lucio Fontana, alla cui assidua presenza ad Albisola si deve Ia pronta assimilazione, nell'area savonese, delle concezioni spazialiste. Il distaccarsi della forma dal piano per Iiberamente modularsi nello spazio, così come proponeva I'artista italo-argentino, in queste esperienze di Giusto avviene in termini di una ''effusività” pittorica intinta nella materia della propria soggettività. Sono le

 premesse di un nuovo ciclo operativo che conduce alle opere di questi ultimi anni.

 Colpiscono altri momenti della ricerca di Giusto che sono altamente innovativi se non anticipatori e nei quali è leggibile lo stesso rapporto passato-presente. E' Iaddove I'immagine viene offerta come opera nello

 spazio dell'opera (o se vogliamo come superficie dipinta che fa da cornice al  “quadro”) .  Il che configura un 'operazione Iegittimamente ascrivibile  a  quell'area  della  sperimentazione  artistica  che  dopo  il  1967 siaffermerà  anche  nel  nostro  paese  con  Ia  denominazione  di  “arte  concettuale''. E dalla quale semmai I'opera di Giusto si differenzia per I'imprevedibile intreccio tra rjgore ''freddo'' della riflessione mentale – che postula il distacco - ed espressività che presuppone il coinvolgimento.

Una ''Iinea calda'': toni morbidi, fluidità accensioni coloristiche; ''innaturale'' compresenza e segmentazione di spazi: forme proliferanti che invadono il campo visivo cancellando la separazione fra il dentro e il fuori dell'opera.

                                                                 Stelio Rescio

                                           .-

 

 

Mostre personali:


1959:  Galleria  ''S.  Andrea'',  Savona;

1960: Circolo Artisti, Albisola;

1961: Cir colo  Artisti,  Albisola;  Società  Belle Arti, Genova

1964: Galleria ''S. Andrea'', Savona;

1965: Galleria ''Bartenor'', Genova

1966: Circolo Artisti, Albisola, GalIeria   ''la   Fontana'''',   Savona;

1967: Galleria ''Spezia 66'', la Spezia, Galleria ''S. Gerolamo'', Millesimo;

1968: Centro d’arte e Cultura a cura di Stenlio Rescio “Il Brandale”di Savona.

1969: Galleria del  parco,  Salice Terme

1970:  Galleria “Il Riccio”, ,  Venezia - palazzo  del Comune di Savona

1972: Galleria Carleva ro, Genova, ; Civica Galleria ''Il rondò'', Imperia

1973:   Galleria   ''S.   Andrea'', Savona

1974: Galleria ''|| punto'', Torino; Circolo Artisti, Albisola

1975: Galleria ''S. Andrea, Savona

1977: Galleria ''La bitta”, Nervi (GE)

1978: Galleria ''il Salotto'', Genova; ''Dedalo  Studio'',  Savona

1981: Galleria “Il Punto”, Calice Ligure

1982: Parodi Arte Moderna, Genova; Alga Blu, ''Dipinti degli anni settanta'', Assessorato alla  cultura  Comune  di  Spotorno

1983: ''Uomini oggi'', palazzo del Comune, Savona

1985: ''Frammenti di natura'', Galleria Cona, Savona

1986:   Galleria L’Oleandro, Noli (SV)

1987:''0maggio alIa natura'', Comune e Proloco di Altare (SV)

1987 Nuove Proposte, Carlo Giusto personale a cura di Stelio Rescio, Arti Visive, Assesorato alla Cultura Giandomenico Olivieri, Comune di Celle Ligure.

 

Mostre collettive

1954: ''Incontro della_gioventù'',  Albisola; (premiato); IV Mostra nazi`onale ''Premio Vado ligure''

1955: Premio Roma  (premiato)

1956: Premio Rivarolo (premiato);  IX Premio Golfo della Spezia

1957: X Premio Copparo; XPremioSuzzara; Premjo ''5bettole”, Bordighera; Premio Dolcecacqua (premiato); 1° Premio ”Camillo Sbarbaro''

1958: Rassegna ''Colori della Lunigiana”; Premio  Sestri  (premiato)

1959: Artisti contemporanej, Firenze; Mostra regionale d'arte contemporanea, Genova

1960: Premio Cormano; V Premio ''A. Tettamanti'', Milano

1960: Xlll Premio Suzzara, Paesi e marine d'Italia, Ventimiglia (premiato)

1961: Mostra sindacale, Genova; I Raduno di primavera degli artisti Iiguri, Spotorno

1962: Premio ''5 bettole'', Bordighera; Il Raduno di primavera deg|i artisti liguri, Spotorno

1963: V Premio Vado Ligure; Pittori di Alba, Savona, Casale, Asti ad Asti; Premio ''Città d'Imperia''; Premio Cabiati, Bergeggi (premiato);  III Raduno di primavera degli artisti Iiguri, Spotorno (premiato) );  Rassegna  internazionale  di  TorrePellice

1964: Continuità figurativa, Albisola; 1° Rassegna Albisola '64; Nuove ricerche, Varese;  I Rassegna della pittura ligure, Savona; Pittura in vetrina, Savona (premiato); Premio ''S. Ilario d'Enza''; 1965: Rassegna sindaca|e d'arte, la Spezia (premiato); ''Artisti del nostro tempo'', Saint Vincent; IV Premio “Città d’Imperia” d'autunno, Trieste; 11 Premio Scalarini Modena, Parma, Reggio Emilia; Premio targa  d'oro  Hotel  delle Nazioni, Ferrara; ''Prospettive I'', Reggio Emilia; I Mostra COND, Albisola;

1966:II Mostra COND, Albisola

1967: Giovane pittura savonese, Bergeggi; ''Incontro con Ia pittura d'oggi''; ''Miti d'oggi'', Savona; 124°Esposizione Societ~ Belle Arti, Torino;

1968: IV Mostro ''A. Modigliani'', Napoli; Premio Empoli; Premio Internazionale Vignola

1970 V rassegna, “Città di Varazze”; Mostra Internazionale “Cesare Pavese”, S. Stefano Belbo; premio Internazionale “Joan Mirò”, Barcellona; Premio Sermide (premiato); Triennale “M. Sironi”, Napoli;

1971: X premio “Città d’Imperia”;Premio “A. Travi”, Genova (premiato); Arteflora71, Genova (premiato)

1972: Premio Sant'Ambroeus, Milano (premiato); ''Omoggio a Savona'', Caserta; Col lettiva   internazionale   “Interarte”, Genova

1973: Premio nazionale della tavoletta, Cossato (premiato); ''|| ritratto oggi, Rassegna internazionale, Albisola

1974: “Invito al collezionismo”, calice Ligure; Grafica Italiana, Varese; “Grafica oggi”, Bologna

1976: 12 annj di presenza d’arte, Calice Ligure

1977: l'arte nella riviera di ponente, Savona

1978: Rassegna d'arte contemporanea, Napoli

1980: Estate  insieme  ''Le  Streghe'',  Savona

1981: ''Pittura savonese contemporanea'', Celle Ligure; ''l'uomo e Ia guerra'', Mostra itinerante, Ferrara; ''Incontri d'Arte'', Nuovo Studio, Milano; ''Cooperazione artistica", Alta Val Bormida; 

1982: ''la città con gli artisti per Ia pace'', Savona; 

1983: ''Incontri   d'arte'',  Nuovo Studio,  Milano;

1984: Artisti con ''Società e Lavoro'', ''Artisti di ieri e di oggi'', Albisola;  A. ''Pittura Iigure del '900'', Vado Ligure; Estate '84, Napoli;

1985: Presenze artistiche  nel savonese, Varazze; ''Incontri d'arte’75/’ 85, Nuovo Studio, Milano

1986: “Su la maschera”, centro d’arte Sant’Andrea, savona; Gran premio Belle Arti, Fidenza (premiato; “Omaggio alla Liguria”, Galleria Cona, savona; “17 artisti liguri per i bambini del mondo”, Genova-Odessa;

1987: “… e se Colombo non avesse scoperto l’America?, Savona; “Omaggio a Pinot Gallizio”, Millesimo (SV)

 

 

Hanno scritto:
M. Alzetta, F. Ballero, G. Be Saringheli, R. A. Borzini, l. Budigna, M. T. Castellana, C. Garelli, G. C. Ghiglione, A. Migone, N. Mura, C. Occhipinti, S. Paglieri, S. Rescio, S. Riolfo, P. Rizzi, A. M. Secondino, R. Vitone.