Titolo opera: Volo

Codice: 021 B

Artista: Chiappella Secondo* 05/09/1945 Morozzo (Cuneo), Albissola Marinae

Anno opera: aprile, 1973

Nazione: Italia

Supporto: tela

Tecnica: mista e oro

Dimensioni: 18x24 cm.

Stile: astratto

Corrente artistica: contemporanea

Stato conservazione: buono

Ubicazione opera originale: Parma

Descrizione: firmato nel retro dall’autore, collezione artisti brandale 

* l'artista fa parte della collezione Sintesi del Brandale.

 

Biografia:

Secondo Chiappella, nato il 5 Settembre 1945 a Morozzo (Cuneo) Vive e Iavora ad Albissola Mare in Via Bruciati 31/3.

esprime la sua poetica,attraverso la pittura astratta fatta di azzurre tonalità e di presenze ( le “anime” o il CD) che simbolicamente, costituiscono rappresentazione e trattazione delle problematiche esistenziali affliggenti l’uomo contemporaneo. Espone dal 1973. Si segnalano a curriculum numerose personali e collettive. 

 

Mostre Personali:

 Galleria Pagnini, Albissola Mare; Galleria XX Settembre, Genova; Studio 74 Arte e Cultura,

 La Spezia; Condizione 78 Galleria del Brandale, Savona; Itinerario operativo Galleria 11

 Brandale, Savona; Performance Azione N. 1 1977, Piazza del Comune, Albissola Mare;

 Performance Azione N. 2 1978, Piazza del Comune, Albissola Mare; Performance Museo

 delle Ceramiche 1978, Albissola Mare; Comportamento Museo 'delle Ceramiche 1977,

 Albissola Mare; Galleria 11 Brandale Novembre 1998.

 

 Partecipazione a diverse collettive di performances, ceramiche e pitture

 -  “Rassegna 2000”: La mostra della ceramica artigianale e artistica 1975 – Albissola Mare Museo della     Ceramica

 -  “Oper(e)azioni di terra” Albissola Mare - Museo della ceramica - 1977

 -  “Muro raku” Albissola Marina - Piazzetta della Concordia - 1978     '

 -  “Le Maschere di Ubaga”  Albissola Mare - Villa Faraggiana - 1980

 -  Studio d'arte “ Il Moro” Firenze - 1° Rassegna Gruppi autogestiti in Italia - Savona

    Galleria Il Brandale - 1980

 -  Comune di Savona - “Le Streghe” Fortezza del Priamar – 1980

 -   “Incontro degli operatori visivi Iiguri con Ia preistoria” -. Palazzo Beato Jacopo (Comune

    Vecchio) Varazze - 1985

-  1° Rassegna Nazionale Albissola Città d'Arte e Ceramica - Museo d'Arte Contemporanea

     Albissola  Mare  -  1997

-  “Aglaia” art in box “Sala arte cultura” Milano - Settembre 1998.

 

2004 Secondo Chiappella e Giacomo Lusso, “Dell’animo i Segni”, rassegna, “Arte e convivialità
testo critico a cura del critico F. Dante Tiglio.

 

La ricerca comune ai due autori è la rappresentazione, attraverso segni contemporanei,della loro realtà interiore. L’animus dell’artista, che usando i mezzi espressivi dell’arte pittorica e ceramica, svela il proprio messaggio.

F. Dante Tiglio

 

2008 Secondo Chiappella,  installazione, Centro Artigianale Restauri di Davide Bedendo, via Repetto 18, Albissola Marina. Tre grandi tele appese ai tre lati interni, mentre sul pavimento di base corrono neon colorati, con in mezzo i residui della civiltà tecnologica umana in primis cd, telefoni cellulari, pezzi di computer, da sempre oggetto e materia di ricerca e sperimentazione per l’artista.

 

Critica

mostra al Brandale 27 novembre 1998

 

Secondo Chiappella ha già esposto al Brandale nel '73 e da allora la sua opera,inizialmente contrassegnata da esigenze contenutistiche, tuttavia risolte senza concessioni al richiamo della figurazione, allora egemone, si è evoluta in sintonia con il volgere del tempo, approdando all'astrazione. D'altra parte già in quella sua prima esperienza il rapporto con la realtà come si è visto era indiretto, si esprimeva nei modi dell'allusività (quelle sue corde sfilacciate, tese su linee segnate dall'alternanza di pieni e di vuoti entro una struttura fortemente compressa non denunciavano forse una realtà costrittiva, chiaramente riconducibile ad una più generale condizione umana?). E' anche da registrare la presenza in quelle opere di un altro tempo, la componente geometrica che ritroviamo,anche se tracciata con mano leggera, nella sua attuale fase di lavoro.

Qui geometria e immaginazione dialogano liberamente. Entro, o ai margini di queste sue circonferenze e riquadri (obliquamete disposti a sollecitare la percezione visiva), |o spazio è animato da singolari forme sinuose che si offrono alla lettura come "presenze esistenziali", o più semplicemente come momenti della soggettività in quanto espressioni di uno stato dell'essere, di una inquietudine che finisce col trovare riposo nelle forme esatte che le contengono.

I colori (rosso, nero, azzurro) sono accesi, ad attribuire valenza comunicativa alle immagini. In altre tele, di ridotte dimensioni e libere da ogni delimitazione,

 La superficie è percorsa trasversalmente da una sequenza di quadrati senza soluzione di continuità altrove questi "oggetti" sinuosi - nei quali chiaramente individuabile la sua peculiare cifra espressiva - si aggregano in un bl'occo compatto   che attribuisce corposità all'opera.

Sono lIe stesse forme che ci vengono proposte, in versione tridimensionale, anche nei piatti in ceramica, un materiale quasi obbligato, per chi vive ed opera in quel di Albisola. Qui scompare la gamma dei valori timbrici per dar luogo a soluzioni più "trattenute", al Iim ite di una sobria monocromia. Sempre in tema di ceramica sono decisamente "innovative quelle sue forme approssimativamente sferiche che, sorrette da   un   telaio   di   acciaio, si elevano con eleganza dal piano. Chiappella, rifuggendo dagli accattivanti effetti coloristici, a cui pure la materia si presta, le ha realizzate in bianco e nero: una scelta controcorrente che nulla toglie alla loro plastica evidenza.

                                                                                   Stenlio  Rescio

 

Dalla dimensione separata della pittura ad un uso dell'immagine in funzione di coinvolgimento, creando una situazione; il passaggio è da un modo indiretto (perché mediato dalla valenza simbolica del prodotto estetico) ad un modo diretto "del comunicare", riducendo la distanza fra provocazione e risposta.  Le immagini, "deposte", dal supporto-tela (e dalla loro condizione privilegiata)  diventano segni-oggetto ; iterate quanto è necessario ad occupare una significativa porzione di suolo pubblico, descrivono una trama entro cui il passante viene irretito: con accezione duplice del termine,che riferisce su di un intervento, tutto sommato manipolatorio, inteso a cogliere di sorpresa l'involontario fruitore, a invischiarlo esercitando su di lui un condizionamento. Viene cosi interrotta la fruizione quotidiana dell'esistente, messa in crisi nella sua banalità ma soprattutto nelle certezze che procura.

Le  "corde", però, sono ancora una finzione; che in questa seconda proposta di comportamento viene a cadere con la sostituzione all'immagine,residuale diaframma, dell'oggetto reale: una intricata rete di "cime" che svolgendosi da un voluminoso gomitolo, si distende sulla piazza Proponendo percorsi di esito problematico, quando non votati allo scacco, per venire a capo del labirinto (1). 

E' un progetto di dialogo con il collettivo che tende a ricomporre l'originaria unità, venuta meno, di parola  e azione, che qui si manifesta come simultaneità di messaggio e risposta. E' infatti introdotta una modificazione di segno nel rapporto con l'individuo che, non più oggetto in larga parte passivo di un coinvolgimento, è sollecitato ad una partecipazione attiva. Scegliendo (e praticando) uno dei percorsi possibili. La risposta si configura come esperienza che assume, metaforicamente, il proprio porsi di fronte all'esistente, momento necessario della riappropriazione di se e de1 proprio essere nel mondo. In condizioni, evidenti, di precarietà Che obbligano all'esercizio, anche frustrante, della ricerca.

                Stenlio  Rescio

 

 

(1) “Mano di scimmia”, secondo il gergo della marineria, è il termine con cui viene indicato questo tipo di gomitolo, con riferimento alla funzione prensile (serve per l'attracco dei natanti) e allo schema, antropomorfico',  su cui è modellato. E' una sfera composta di corde intrecciate a1 modo come si stringono fra loro le mani; anzi i  “terminali”, dei quattro arti della scimmia, nella posizione di raggomitolamento su se stessa. Il gomitolo, che nell'azione ha il ruolo di elemento plastico, per i significati a cui rimanda è assun to come metafora dell'unita (l'istanza collettiva) in quanto “legamento” del mondo.

 

   . . impiegare  i  propri  mezzi  espressivi per “prendere posizione” , pronunciando un giudizio di valore su questa società di cui tutti diciamo tutto il male possibile ma che finiamo per subire. E che viene colta nella sua conflittualità e durezza, nella violenza che alimenta, nell'alienazione che produce. Tutto questo è presente... nelle opere di Secondo Chiappella che svolgono la sequenza tensione-rottura in una alternanza di spazi aperti e bloccati...

       (dal testo di Condizione 73,  Il Brandale, Savona. novembre 1973)

 

... tra presenza e assenza, tra distruzione e “male oscuro”, di un inquinamento morale, una presenz emblematica:  le corde ; ora tese, ora spezzate. Simbolo inquietante, sono espressione dei conflitti e angosce di una umanità immersa  in un presente che non ha riscatto, tra incoscienza e presentimento della catastrofe.

          (dalla presentazione alla mostra personale al Centro d'arte e cultura "Studio 74” , La Spezia novembre  1974)

 

 

   Un  itinerario  che Chiappella ha linearmente percorso, nella rigorosa coerenza di temi ma anche di motivazioni, proponendo la propria opera come “intervento”.  E che nella sua esperienza più recente(e questa che si è voluto documentare, richiamandone i “precedenti operativi”) approdata al comportamento. 

Stelio Rescio


Titolo opera: Vivere per essere liberi

Codice: 021 A

Artista: Chiappella Secondo* 05 /09/1945 Morozzo (Cuneo)

Anno opera: s.d.

Nazione: Italia

Supporto: carta

Tecnica: cera, mista

Dimensioni: 48x33 cm.

Stile: astratto

Corrente artistica: contemporanea

Stato conservazione: buono

Ubicazione opera originale: Parma  

Descrizione: firmato nel retro dall’autore e omaggiato a Stelio Rescio, collezione artisti del Brandale

* l'artista fa parte della collezione Sintesi del Brandale.